Con oltre 4000 atleti provenienti da tutto il mondo, Parigi ha registrato un livello di partecipazione e attenzione per i Giochi Paralimpici ai massimi storici. Eppure, questo grande spettacolo sportivo, nato dopo la seconda guerra mondiale, oltre mezzo secolo dopo le più celebri Olimpiadi, ha avuto origine da una piccola competizione di tiro con l’arco organizzata per una manciata di arcieri disabili. Quanto può essere importante, allora, occuparsi di Accessibilità anche per tutto il mondo dei servizi digitali? Secondo l’OMS, circa il 15% della popolazione mondiale (stima destinata ad aumentare) ha una disabilità. Nonostante ciò, di tutti i siti web esistenti, solo il 2% sembra essere completamente accessibile, e non più del 10% è compatibile con l’utilizzo di tecnologie assistive. Ecco solo alcune delle ragioni per cui l’UE ha inserito tra i propri obiettivi per il 2025 quello di migliorare i livelli di accessibilità del web, stabilendo precisi requisiti.
Indice
Cosa si intende per Accessibilità di un servizio digitale?
L’importanza di rimuovere le barriere architettoniche è finalmente parte della sensibilità e della percezione maggiormente diffusa, ed è ormai comune progettare e costruire spazi e servizi pubblici tenendo conto delle esigenze di persone diversamente abili. Analogamente al mondo fisico, anche per il mondo digitale, l’obiettivo di sviluppatori e designer dovrebbe sempre essere quello di creare e mantenere i servizi universalmente utilizzabili, favorendone il libero accesso e rimuovendo, anche sul web, quegli ostacoli – vere e proprie “barriere digitali” – che ostacolano l’equità e l’inclusività.
Nel mondo del web, un servizio si può definire “accessibile” quando è progettato in modo tale da rendersi fruibile a chiunque, compresi gli utenti che presentino disabilità visive, uditive, cognitive e/o motorie che richiedono di essere compensate, spesso, tramite soluzioni tecnologiche e configurazioni specifiche di navigazione online.
Rispettare gli standard di Accessibilità è obbligatorio?
Conformarsi agli standard di accessibilità rappresenta un preciso vincolo normativo diretto (almeno per il momento) solo ad alcuni enti, società e organizzazioni.
Una Legge europea sull’accessibilità (Direttiva 2019/882) sarà applicata dal 2025 a vari prodotti, tra cui computer, smartphone, sistemi operativi, televisori, terminali di pagamento, nonché servizi telefonici, bancari, e-commerce, e-book, servizi essenziali e di emergenza, e molte altre tecnologie digitali.
Attualmente, in Italia, come previsto dalla normativa nazionale, è l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) l’ente deputato a promuovere Linee Guida in materia di accessibilità e monitorarne l’applicazione.
A chi si applicano le Linee Guida di Accessibilità dell’AgID?
I principali destinatari delle Linee Guida dell’AgID sono le Pubbliche Amministrazioni, relativamente ai rispettivi siti web e applicazioni mobile. Sono tuttavia previsti anche diversi obblighi per soggetti privati di grandi dimensioni (quali imprese o Gruppi di impresa che offrono servizi al pubblico attraverso siti web o applicazioni mobili, e hanno un fatturato medio superiore a cinquecento milioni di euro).
È comunque interessante notare che un sito web accessibile sarà con ogni probabilità sempre più premiato anche dagli algoritmi di ricerca. A onor del vero, l’algoritmo di Google non prende in considerazione (per ora) l’accessibilità dei siti web per stabilirne il posizionamento. Tuttavia, è ampiamente riconosciuto che l’accessibilità abbia impatto significativo sulla user-experience, e possa quindi, almeno indirettamente, influire sul ranking nei motori di ricerca. Pertanto:
adottare soluzioni tecniche allineate ai criteri di accessibilità rappresenta un’opportunità per trasmettere e comunicare valori aziendali inclusivi, e ottenere un vantaggio competitivo nel mercato digitale.
Insomma, per le aziende presenti sul web sarà sempre più importante disporre di adeguate competenze formali e tecniche affinché il proprio sito, le proprie applicazioni, i propri servizi digitali rispondano ai requisiti di accessibilità e usabilità.
Quali sono i requisiti di Accessibilità per i servizi digitali?
Le Linee Guida per i soggetti privati, differenziano i criteri di accessibilità in base al contesto, distinguendo tra prodotti hardware, web, documenti non web, software, applicazioni mobili, servizi di supporto e postazioni di lavoro dei dipendenti con disabilità. La conformità di una pagina web andrebbe verificata sotto il profilo tecnico, e il riferimento principale è la norma UNI CRI EN 301549, a sua volta coerente con le raccomandazioni del World Wide Web Consortium (W3C), le Web Content Accessibility Guidelines (ad oggi, giunte alla WCAG versione 2.1).
I requisiti generali di accessibilità indicano che:
- le informazioni e i componenti dell’interfaccia utente devono essere presentati agli utenti in modo tale da poter essere percepiti,
- i componenti e la navigazione dell’interfaccia utente devono essere utilizzabili,
- le informazioni e le operazioni dell’interfaccia utente devono essere comprensibili,
- il contenuto deve essere abbastanza robusto per essere interpretato in maniera affidabile da una grande varietà di programmi utente, comprese le tecnologie assistive.
Secondo le Linee guida AdID, un sito dovrebbe altresì presentare una dichiarazione di accessibilità (conforme al modello fornito dall’Agenzia), raggiungibile dal footer, che comprende l’esito delle autovalutazioni, le migliorie effettuate, e le informazioni utili a disporre di un processo di feedback.
Esempi di Accessibilità nei servizi digitali
Per una lista esaustiva degli elementi da valutare, le checklist della W3C sono certamente la principale fonte da consultare. Di seguito, uno spunto sull’ambito di operatività, e sull’importanza per sviluppatori e designer di conoscere e adottare soluzioni in linea con questi criteri. Ecco 3 esempi di requisiti di accessibilità.
Livelli di contrasto
Il testo presentato in un servizio digitale, per essere facilmente percepibile, dovrebbe essere chiaramente distinguibile dalla grafica di sottofondo. Si parla, in questo caso di livelli di contrasto. Il testo nero su fondo bianco, o il testo bianco su fondo nero, sono di certo facilmente leggibili. Ma frequentemente, nel tentativo di trovare soluzioni originali e in linea con la propria comunicazione istituzionale, si può rischiare di incappare nella scelta di grafiche che presentano una scarsa leggibilità. Fatte salve alcune eccezioni (es. loghi e marchi, testi molto grandi, testi non essenziali o puramente decorativi), il valore di contrasto minimo del testo di rappresentato su un sito accessibile dovrebbe essere di 4.5:1, con un livello ancora migliore se superiore a 7:1. Per verificare i propri livelli di contrasto, ecco uno strumento suggerito da AgID.
Prevenzione degli errori
Un servizio comprensibile, dovrebbe essere in grado di prevenire gli errori da parte dell’utente nell’inserimento di dati. Se si utilizzano form e moduli, l’azione di invio dei dati da parte dell’utente dovrebbe essere reversibile. In alternativa, il web designer potrebbe scegliere di adottare dei sistemi di controllo automatico dando la possibilità all’utente di correggere gli errori rilevati. O, ancora, si potrebbe predisporre un meccanismo per la autonoma revisione, conferma e correzione delle informazioni prima del loro invio definitivo.
Peraltro, in questo caso parliamo di un criterio di accessibilità dei servizi digitali, ma le stesse soluzioni potrebbero certamente essere in linea con principi di sicurezza e integrità delle informazioni raccolte e trattate attraverso questi servizi [ved. anche Privacy by design e privacy by default].
Compatibilità con tecnologie supportive
Un servizio digitale robusto dovrebbe utilizzare idonei linguaggi di marcatura per implementare i propri contenuti. In particolare, i messaggi di stato dovrebbero poter essere presentati all’utente mediante tecnologie assistive. Ciò equivale a programmare il servizio in modo tale che le informazioni sull’esito di: un’azione effettuata, lo stato di attesa di un’applicazione, lo stato di avanzamento di un processo, l’esistenza di errori… siano compatibili con programmi come ingranditori di schermo, screen reader (vocali e braille) e software di sintesi vocale.