Entrerà in vigore il prossimo 3 febbraio il Decreto, che modifica il decreto presidenziale del 7 settembre 2010, n. 178, che estende l’applicazione del Registro delle Opposizioni anche per l’invio dei comunicazioni pubblicitarie a mezzo cartaceo.
In particolare, l’applicazione del Registro delle Opposizioni viene steso all’utilizzo di dati contenuti in elenchi pubblici per l’invio di comunicazioni commerciali.
L’obiettivo ultimo è quello di garantire e proteggere il trattamento dei dati personali dei singoli contraenti abbonati che, appunto, si oppongono, all’utilizzo del proprio numero telefonico per vendite e promozioni a fini commerciali.
Che portata applicativa avrà?
Di fatto l’operatore commerciale che vuole mandare ad un elenco di utenti contenuti in un elenco pubblico (gli elenchi abbonati di una volta per capirci) dovrà richiedere al registro delle opposizioni effettuare una sorta di “bonifica” stornando dall’elenco i dati degli utenti che si sono registrati.
Pertanto, l’utente che non vuole ricevere comunicazioni a mezzo posta potrà registrarsi gratuitamente, analogamente all’utenza telefonica, mentre gli operatori potranno richiedere il servizio di bonifica del data base al Registro delle Opposizioni http://www.registrodelleopposizioni.it/it/operatori/home-operatori.
A parere di chi scrive, tuttavia, senza voler svilire l’importanza del provvedimento, nella pratica l’invio cartaceo di informazioni commerciali di per sé non pare avere una tale invasività da necessitare di una tutela ad hoc, diversamente dal telemarketing che era già disciplinato nel Registro delle Opposizioni.
Peraltro, anche in considerazione di un rapporto “costi-benefici”, oggi le aziende prediligono altre forme di marketing più orientate al digitale che consentono di inviare delle comunicazioni dirette. Queste forme di digital marketing hanno insito molti più rischi per un trattamento di dati non corretto. Sarà, quindi, interessante vedere il numero degli utenti e degli Operatori che nei fatti utilizzeranno il Registro delle Opposizioni, a meno che le aziende non tornino a questi sistemi tradizionali per non esporsi a rischio di violazione del Regolamento UE 2016/679, cosa che però non sembra molto probabile.