Durante l’emergenza sanitaria da Covid-19, il Garante per la Protezione dei Dati Personali ci ha ricordato che, con l’aumento dei dispositivi digitali connessi e dell’utilizzo della rete, si è osservato anche un crescendo di contagi da software malevoli.
Il ransomware risulta ancora uno dei pericoli più diffusi: secondo l’ultimo rapporto CLUSIT, ha rappresentato quasi la metà (46%) del totale dei malware rilevati nel 2019, raddoppiando la sua frequenza rispetto all’anno precedente.
Inoltre, pur non avendo registrato specifici casi mediatici come nel 2017 (a maggio, WannaCry, in poco più di due settimane colpì oltre 200.000 dispositivi in 150 paesi nel mondo), resta una delle principali minacce, soprattutto se si considera che, negli ultimi tempi, è diventato un tipo di attacco più mirato, nonché il più frequente contro i sistemi informatici di ospedali e istituti sanitari, che non possono permettersi tempi di inattività.
Conoscere la minaccia è il primo passo per riuscire a prevenirla. Vediamo quindi nell’immagine le principali caratteristiche del ransomware, i suoi principali vettori di diffusione, e i principali suggerimenti sulle modalità per proteggerci da esso.