Non stupisce che in poco più di 10 anni il termine Blockchain sia divenuto tra i più comuni quando si parla di nuove tecnologie. Comprendere la blockchain è il presupposto per affacciarsi al mondo degli smart-contract o dei sempre più in voga NFT. Nato nel 2008 col modello tecnologico della nota criptovaluta Bitcoin, da alcuni anni ha infatti ispirato nuove possibili applicazioni anche al di fuori del mondo della finanza. E per molti esperti, la loro diffusione potrebbe rappresentare una svolta tanto rivoluzionaria quanto l’ingresso nell’era digitale e l’avvento di Internet.
Indice
Cos’è la Blockchain?
Letteralmente “catena di blocchi”, il termine blockchain fa riferimento a un modello tecnologico descrivibile come una struttura di dati condivisa e inalterabile. Tale struttura ha la forma di un registro digitale, le cui voci sono concatenate secondo un ordine cronologico. Più soggetti condividono copia del registro e partecipano alla validazione delle informazioni che a mano a mano vengono aggiunte. Le meccaniche cooperative della blockchain e la presenza di molteplici versioni identiche del registro fanno sì che i dati archiviati non possano essere modificati o eliminati.
Una blockchain, tipicamente, è caratterizzata quindi dalla presenza o dall’utilizzo di:
- Nodi: i dispositivi (idealmente, numerosi) su cui è installata la blockchain. Ogni nodo è equivalente agli altri, e può contribuire all’implementazione del registro, partecipando al processo di validazione delle transazioni. Le regole di gestione, condivise da tutti i nodi, sono trasparenti, automatizzate (gestite da un algoritmo), e pubblicamente accessibili.
- Transazioni: i dati delle voci salvate nei registri della blockchain, che possono rappresentare scambi di valute, stipulazioni di contratti, altri accordi o scambi tra soggetti. Ogni transazione è protetta grazie all’uso di sofisticati metodi di crittografia.
- Blocchi: sono i contenitori in cui vengono archiviati i dati relativi alle transazioni. Sono organizzati in forma concatenata: ogni blocco è legato al precedente e al successivo.
- Registro: il registro pubblico contenente i blocchi validati, e la cui base dati è distribuita su tutti i nodi della catena. La distribuzione delle informazioni sui diversi nodi contribuisce a prevenire errori negli scambi e ad impedire falsificazioni o modifiche dei dati archiviati.
- Hash: operazione crittografica applicata alle transazioni, che permette di verificarne la validità senza tuttavia poter accedere ai loro effettivi contenuti.
Il concetto di decentralizzazione
Perché si ricorre alla blockchain? Tra le caratteristiche che rendono unica la tecnologia della blockchain, è particolarmente importante la possibilità di “decentralizzare” lo scambio di informazioni. Nato come strumento per la gestione di flussi di criptovalute (concepite per non essere soggette all’influsso diretto degli organismi del potere economico e finanziario tradizionale), l’idea del registro distribuito è infatti il pilastro del concetto di decentralizzazione. Nel mondo digitale, “Decentralizzazione” implica un sistema di organizzazione delle comunicazioni che si differenzia da quelli tradizionali caratterizzati da un soggetto centrale autorevole (server) che supervisiona, controlla e gestisce le informazioni anche per gli altri soggetti (client). I nodi della rete di una blockchain, infatti, hanno poteri equivalenti, seguono uno schema di relazione peer-to-peer ed è la partecipazione collettiva a garantire la validità delle informazioni condivise. E questo sistema offre specifici vantaggi agli utenti che ne fanno parte.
Prendiamo un esempio comune:
Mario vuole vendere un suo vecchio completo e pubblica un annuncio online. Giorgio vede l’annuncio, è interessato, così i due si accordano su un prezzo di 80 €.
Gli interessi delle parti, ora, entrano in contrasto:
- Mario non intende spedire il pacco senza aver ricevuto il pagamento, ma
- Giorgio non si fida di pagare anticipatamente, senza garanzie che riceverà davvero il capo.
Ecco perché esistono servizi di intermediazione (piattaforme di compravendita, servizi di pagamento online) che – con una commissione sul servizio reso – monitorano e garantiscono correttezza, trasparenza e sicurezza di questo genere di transazioni. Ma, in questo modo, tutte le informazioni relative alla transazione vengono quindi centralizzate sul servizio dell’intermediario.
Entrando in una rete blockchain, invece, Mario e Giorgio potrebbero scegliere di rinunciare ai servizi di un soggetto terzo, affidando piuttosto tali operazioni all’algoritmo dedicato, e mantenendo solo un contatto diretto senza necessità di condividere le proprie informazioni personali con altri.
Esempi di utilizzo della Blockchain
Tralasciamo l’applicazione più comune e nota al pubblico, quella in ambito finanziario, per focalizzarci invece su qualche altro settore in cui, nei prossimi anni, si potrebbe assistere alla diffusione di interessanti tecnologie basate sulla blockchain.
Controllo delle filiere
Immaginate di acquistare un prodotto Made in Italy. Come accertarsi che non si tratta di merce contraffatta? La blockchain offre possibilità sicure per il tracciamento di ogni fase della produzione, dall’acquisto della materia prima alla vendita del bene. Ciò, dà garanzia al consumatore che il prodotto sia autentico ed effettivamente prodotto in Italia. I primi esperimenti nel nostro paese sono stati messi in atto nel campo manifatturiero, ma si parla già di progetti per il controllo della filiera alimentare. Interessante, la declinazione della blockchain anche nell’ambito della produzione dell’industria 5.0 (Vedi anche il nostro articolo È in arrivo l’Industria 5.0. Una nuova opportunità per le imprese).
Servizi sanitari
Il mondo della sanità potrebbe ottenere particolari vantaggi dalle caratteristiche di immutabilità dei dati gestiti tramite blockchain. Si pensi, ad esempio, alla certificazione delle informazioni su cartelle cliniche, per le quali occorre prevenire il rischio di manipolazione dei dati. O, ancora, ai numerosi rischi di intercettazione e corruzione delle informazioni negli scambi tra soggetti (persone, società, dispositivi, IoT) che, sempre più numerosi, partecipano alla gestione del paziente. Lo stesso controllo delle catene di approvvigionamento dei farmaci potrebbe, altresì, beneficiare della blockchain al fine di evitare frodi e speculazioni.
Proprietà industriale e tutela dei marchi
La blockchain potrebbe, da una parte, costituire uno strumento ideale per il deposito e la conservazione di marchi e brevetti, e dall’altra offrire vantaggi sui meccanismi di indagine e controllo dei prodotti contraffatti, oppure ottenuti illegalmente e dirottati verso mercati stranieri. La semplificazione della convalida dell’autenticità di un prodotto è stata al centro del progetto vincitore del blockaton promosso da EUIPO, che ha sviluppato una soluzione per la creazione del gemello virtuale (digital twin) di un prodotto fisico, infalsificabile in quanto registrato su blockchain.
Programmi di fidelizzazione
Nel mondo retail, le blockchain potrebbero facilitare il ricorso a programmi di fidelizzazione contenendo, ad esempio, i costi di gestione delle fidelity card, riducendo il numero di intermediari coinvolti, e rendendo tutto il processo di distribuzione, utilizzo, e verifica dell’autenticità delle carte più veloce, sicuro e affidabile.
Sport
Interessanti i progetti basati sulla blockchain con lo scopo rendere più “democratiche” le scelte delle società sportive. Tra le altre cose, la possibilità di decentralizzare il supporto e il finanziamento degli atleti promettenti (da sempre gestito da agenzie e procuratori sportivi) attraverso iniziative di crowdfunding gestite con la blockchain. Questo genere di iniziative, in Italia sperimentate in primis dall’Hellas Verona, darebbe quindi spazio alle opinioni dei fan, i cui investimenti sugli atleti potrebbero essere ricompensati, in un secondo momento, con delle percentuali sui contratti di sponsorizzazione, e specifici vantaggi nell’accesso al merchandise o agli eventi sportivi.
Blockchain e GDPR: tensioni…
Negli ultimi anni sono stati individuati molteplici punti di tensione tra le tecnologie blockchain e il GDPR. Degno di nota, lo studio del 2019 dello STOA (Scientific and Technological Options Assessment), il comitato del Parlamento europeo per la valutazione delle opzioni tecnologiche e scientifiche.
Le ragioni principali delle difficoltà a integrare il paradigma blockchain con il GDPR si individuano all’interno di due fattori priincipali.
- Il GDPR si basa sul presupposto che esista almeno un soggetto – titolare del trattamento – a cui gli interessati possano rivolgersi per far valere i propri diritti ai sensi della normativa UE sulla protezione dei dati. La decentralizzazione dei processi prevista dalla blockchain sostituisce l’attore principale dei trattamenti con il ruolo svolto da molti soggetti diversi. Aprendo, inoltre, quesiti in merito all’ambito di applicazione territoriale della norma, che si trova a dover fare i conti con temi che oltrepassano la soglia geografica. Ciò rende oneroso poter attribuire responsabilità sul trattamento ai sensi del regolamento. E la stessa ipotesi della contitolarità non sembra una via realistica e sostenibile.
- Il GDPR prevede la possibilità, spesso l’obbligo, di modificare o eliminare i dati quando e se necessario. Le blockchain, al contrario, sono orientate a una garanzia assoluta di integrità dei dati, rendendo complicata anche l’applicazione di operazioni di cancellazione.
Non è poi chiaro se i dati memorizzati nel registro di una blockchain, crittografati o sottoposti a hash, siano ancora qualificabili come “dati personali”. Più in generale, ci si chiede se i dati personali possano essere “sufficientemente anonimizzati” al punto di poter escludere l’applicazione del GDPR. Altri dubbi emergono riflettendo sui principi di minimizzazione (difficilmente conciliabile con la replicazione dei dati su molti dispositivi prevista dalla blockchain) e di limitazione delle finalità (che, per la blockchain, dovrebbero giustificare ogni transazione registrata, comprendendo anche la loro conservazione ed elaborazioni successive, una volta che i dati sono stati inseriti nella catena).
…e vantaggi per la protezione dei dati
In conclusione, dallo studio emerge una difficoltà a conciliare le blockchain con quanto previsto dal GDPR. Ciò, sia per ragioni legate alle specificità tecniche della blockchain, sia per una “miopia” della norma a interpretare soluzioni tecnologiche che ribaltano le previsioni del legislatore.
D’altra parte, la blockchain può rappresentare anche un mezzo per soddisfare alcuni degli obiettivi del GDPR. Tra i vantaggi, ci sono:
- la possibilità di ridurre il numero di intermediari nella condivisione di informazioni, che ridurrebbe i rischi connessi agli utilizzi illeciti o alle vulnerabilità dell’intermediario stesso;
- garanzie di riservatezza date da misure di crittografia, per definizione applicate a ogni fase delle operazioni gestite dalla blockchain;
- garanzie di trasparenza, in quanto ogni informazione è tracciata, su chi ha accesso ai dati della blockchain.